MARMOMAC 2018: un fantastico viaggio fra le rocce ornamentali
Ieri, 29 settembre, si è chiusa l’edizione 2018 del MarmoMac. Era la prima volta che visitavo la fiera, a Verona, e so già che il prossimo anno ci tornerò, e non solo per un giorno. La mia visita purtroppo è durata troppo poco, ma, correndo, ho visto tutti i padiglioni (ben 12 più tutte le installazioni esterne con i blocchi di roccia ornamentale).
La fiera è stata meravigliosa. Incentrata sul mondo delle rocce ornamentali, ti permetteva di viaggiare in questo settore passando dalle strumentazioni, ai macchinari, al design, per poi arrivare al clou, la roccia. E che rocce!
Ovviamente tutti i nomi erano fuorvianti, come è normale che sia appena di passa dal libro di petrografia ad un catalogo commerciale, e allora tutto diventa marmo, granito e quarzite. Anche se di marmo, granito o quarzite non ha nulla. Un geologo si troverebbe alquanto spiazzato: ma entrare nel mercato, in questo settore, ti obbliga ad adeguarti a quelli che sono i nomi “commerciali” di una roccia. E qui spuntano nomi come “Baobab”,”Black Tiger”, “Verde Tifone” e cose “WOW”.
Comunque, a parte i nomi di fantasia, le rocce esposte erano davvero notevoli. Perchè non solo il colore e i minerali della paragenesi fanno di una roccia un mirabile esemplare ornamentale, ma anche stratificazione e strutture. Ed ecco che ti trovi a chiederti se quella è una stromatolite oppure no, se quelle sono tension gashes oppure no. Meraviglioso. Senza contare che in diversi blocchi potevi ammirare le strutture deformative sulle quattro facce laterali del blocco, quindi in 3D: altro che libro di strutturale.
E così conosci mille e mille nomi di aziende che lavorano nel settore. Chi ha le cave, chi vende le strumentazione, chi cava, chi vende la roccia, e chi la lavora. Scopri un intero mondo.
Ma non voglio dilungarmi, voi siete qui per un altro motivo. E qui sotto potete dare un’occhiata alla fiera, come in una visita virtuale.
Ma tanto prossimo anno sarò lì nuovamente, compreso l’ultimo giorno: infatti, proprio in vista della chiusura, molti espositori regalano o lasciano abbandonati i campioni (piccole “piastrelle”) usate nei giorni prima per le vendite…….e ho dunque sgraffignato un “souvenir” dall’Egitto, mentre un amico con me presente ha ricevuto in regalo un marmo indiano antichissimo (?) da un commerciante indiano con cui abbiamo attaccato bottone, mentre ammiravamo granati rosa e pareti di onice.
Stavamo fissando i campioni a parete, stando con il naso ad appena un cm dalla roccia, per vedere i minerali, quando si avvicina l’indiano:
-“We are geologists, so we love rocks” dissi all’indiano, e il mio amico riceve il campione di marmo.
-“No problem, I have also a present for you” mi disse l’indiano: e mi porge la ciotola delle caramelle. Al mio amico il marmo antichissimo indiano, a me un’Alpenliebe. Ho poi recuperato con il campione egiziano.
Noterete colori e tessiture diverse, macchinari strani e teschi di pietra. Ciò che più mi ha affascinato sono state le pareti in Labradorite e in Sodalite, per quanto riguarda le rocce, e l'”intaglio” (passatemi il termine) con il water-jet per lavori di precisione (di cui il video sopra) e relativi software.
Uno spasso, peccato sia già finita. Buona visione geologi!