OMC2019: Racconto di un Viaggio nel Mondo dell’Oil&Gas
Dopo parecchi inconvenienti, eccoci finalmente all’articolo dedicato all’OMC, per raccontarvi un pò quali siano i motivi per visitare o non visitare la fiera.
Partiamo dal presupposto che, per chi è interessato al settore, un giretto non guasta mai, l’ingresso è gratuito, e si tratta in tutti i casi di una bella esperienza. Tuttavia, anche se mi ero riservata un’intera giornata (più una seconda giornata di riserva) per visitare comodamente la fiera, alla fine mi è bastata una sola mattinata. Scoprirete il perchè. Inoltre, purtroppo il ricordo delle precedenti fiere visitate mi ha portato a fare un confronto fra queste e OMC: un confronto inevitabile, ma costruttivo.
Ma procediamo con ordine. Per chi non conoscesse l’Offshore Mediterranean Conference & Exhibition: date un’occhiata a questo articolo!
Partiamo con gli aspetti più interessanti della fiera, dunque i validi motivi per visitarla.
In tutta la città di Ravenna si sentiva profumo di OMC, dai cartelli stradali modificati per indicare come raggiungere la fiera, agli striscioni in giro per la città, agli “sconti OMC” nei negozi, alle masse di gente incravattata straniera che si riversavano negli autobus cittadini. La fiera si trovava poco fuori Ravenna, ed è stato davvero comodo raggiungere il Pala de Andrè.
Nonostante l’arrivo in prima mattinata, la fila all’ingresso era notevole, ma rappresentativa: gran parte erano uomini in tiro e donne d’affari con valigie e valigette, super efficienti e professionali; altra parte erano stranieri arabeggianti e cinesi occhialuti; io avevo scarpe da ginnastica e giacca color petrolio (no, non era per l’occasione ) e stonavo un po’, ma poco importa. Passati i controlli al metal detector, ci addentriamo nell’area esterna al Pala De Andrè, organizzata in tendoni ed esposizioni esterne (qui sotto una mappa); nel Pala De Andrè era riservato solo alle Star della fiera, del calibro ENI, ma a loro verremo dopo.
Nel primo settore vi erano diverse aziende di consulenza, italiane ed estere, alcune davvero interessanti, in quanto più vicine al settore geologico, altre meno……diciamo…più “tecniche”……Un esempio? Il Mollificio Legnanese. Sì, produceva molle di tutte le dimensioni, alcune più alte di me <3. Veniamo alle aziende che invece ho ritenuto interessanti.
Subito dopo l’ingresso, non ho potuto non notare la CODEVINTEC ITALIANA, azienda che già conoscevo, con cui ho frequentato un corso, e che avevo già incontrato ad altre fiere: per chi non la conoscesse, la Codevintec Italiana è un’azienda che vende strumentazione di tipo geofisico, per mare e terra, utilizzata anche in Antartide. Non producono direttamente la strumentazione ma fanno da tramite tra mercato italiano e produttori italiani ed esteri. Sono molto disponibili a spiegare il funzionamento degli strumenti e partecipano spesso a congressi e fiere, anche a fianco di Università. Talvolta organizzano nella sede di Milano delle presentazioni hands-on di determinati strumenti, gratuite e davvero interessanti, soprattutto per studenti: visitate il loro sito per non perdervi i futuri appuntamenti (io avevo visto una presentazione, con prova pratica, sui Georadar, che ai tempi mi fu davvero utile, vi linko l’articolo in cui racconto un po’ di quell’esperienza). Ciò che più mi aveva intrigato al Geofluid era il Drone Idrografico, che però non era esposto alla fiera: all’OMC invece era lì, davanti ai miei occhi. Ma le curiosità in fatto di strumenti innovativi per l’esplorazione erano mille mila! Sono sempre stati gentilissimi a fornire informazioni e spiegazioni, dunque, se vi capita di incontrarli a qualche congresso o fiera o exhibition, non trattenete le domande e le curiosità!
Poi, proprio di fronte alla Codevintec, ecco uno stand con due ragazzi ed uno schermo fichissimo. Purtroppo non ho foto, ma ve lo descriverò. Si trattava dello stand di ROCK FLOW DYNAMICS, azienda che si occupa di software per la modellazione del sottosuolo, a scopi esplorativi e di ricerca. Presentavano il loro con Interactive Reservoir Simulator, altresì detto tNavigator®. Sono rimasta affascinata, credo sia stato lo stand più “geologico” della fiera. Se volete qualche informazione in più, eccovi il link da visitare!
La visita necessitava di una programmazione dettagliata, così, di fronte ad una piadina presa di corsa nella sezione bar, programmo il giro fornita di mappa e lista di tutte le aziende presenti: certo, molte non le conoscevo, ma sta qui il lato positivo, in quanto, praticamente con una passeggiata, potevo conoscere nuove aziende e nuove realtà. Cerco comunque quelle conosciute, giusto per avere una visione complessiva della situazione e capire come muovermi.
Prossima tappa: SAIPEM. Mi aggiro fra tubi e tubazioni, fino a notare masse di gente e modellini di navi. Mi avvicino. Et voilà mi ritrovo davanti a due modellini in scala di navi da esplorazione e trasporto idrocarburi, chiamate COSTELLATION e CASTORONE. I modelli erano davvero affascinanti, e sono rimasta un attimo ad ammirarli. Avrei voluto addentrarmi un po’ di più nello stand, ma era in corso un presentazione (video qui sotto) e il luogo era davvero davvero affollato. In realtà la fiera era in generale molto affollata: scegliendo la giornata centrale e con più eventi, ciò era inevitabile.
Rimasta affascinata da Pipe Vessel e robe ingegneristiche difficili, mi allontano e raggiungo un settore della fiera dedicato alle innovazioni tecnologiche per la visualizzazione e la gestione. Parole difficili per dirvi: Virtual Reality, alias VR, applicata a TUTTO. Adoro. Ogni stand aveva i suoi visorini con cui immaginare e progettare sistemi di tubazioni complesse (non che ce ne capissi), seguire il viaggio di fluidi e gas nelle viscere della Terra, spingere tasti e spostare cose: insomma, per fare tutto.
Passando oltre i VR , arriviamo nella hall dedicata alle tecnologie per l’ambiente: Protection & Remediation, per dirla breve. Qui le cose si sono fatte un po’ più interessanti per un occhio geologico, in quanto il settore delle bonifiche è sempre in auge fra i geologi. E qui ho fatto una bella scoperta: mentre camminavo a caso fra stand di cose incomprensibili, noto un video che trattava di protezione del terreno dagli inquinanti……e, a fianco delle schermo, un enorme “materassone” di materiale marrocino filamentoso…Ebbene, indagando, si è scoperto che si tratta di un dispositivo della GREEN OCEAN, per la protezione dei terreni dagli inquinanti in sede di serbatoi, interrati o in superficie, di idrocaburi. Abbiamo chiesto al rappresentante lì presente di che materiale si trattasse, ma non è entrato nello specifico, forse a causa di un brevetto segreto o forse solo perchè non sapeva rispondere alle nostre domande. Fatto sta che ho rubato qualche depliant, e vi lascio le info nella galleria.
Poco a fianco, la YANTAI JEREH PETROLEUM EQUIPMENT &TECHNOLOGY aveva ricreato un impianto di produzione e raffinazione in scala con tanto di lucette per seguire i flussi di idrocarburi nell’impianto.
Eccoci poi arrivati al settore dei rilievi. Qui alcune aziende degne di nota: Planetek Italia, Italdron, Stonex. PLANETEK ITALIA è un’azienda di consulenza, che tratta di Mapping satellitare e monitoraggio. ITALDRON, come il nome suggerisce, produce e vende droni molto molto particolari, non di certo per far foto ad una bella spiaggia; inoltre orgnizzano corsi (Italdron Academy) riconosciuti e molto altro ancora. STONEX, invece, si occupa di strumentazione per rilievi topografici e non, GPS, stazioni totali e molto altro ancora. Vi lascio nella galleria più sotto qualche foto per farvi capire la situation.
Camminando camminando, eccoci arrivati ad una serie di aziende che si occupano di certificazioni ambientali, industriali e chi più ne ha più ne metta. Alcune hanno attirato la mia attenzione, in quanto conosciute nella pubblicazione di offerte di lavoro per geologi, ve ne riporto qualcuna: SGS Italia, TUV RHEINLAND Italia e TUV Italia, RINA, BUREAU VERITAS. Queste aziende, di primo acchito, sembrano lavorare solo con burocrazia e documentazione; in realtà, spesso cercano anche geologi, come consulenti (a volte anche profili junior). Quindi mi è sembrato giusto parlarvene.
Prima di arrivare alla hall principale, la n°7, localizzata nel vero Pala De Andrè, volevo riportarvi ancor a qualche azienda incontrata, che ritengo possa essere interessante per geologi (cliccate per maggiori info!):
Saltando innumerevoli stand di astruse robe ingegneristiche di difficile mia comprensione, superate 6 hall, eccoci al vero Pala De André, dove trovare i veri protagonisti della fiera. Devo dire, pensavo meglio: mi immaginavo stand futuristici e immensi, con piani rialzati e zone off-limits (forse c’era troppo hype), e invece era tutto un po’ più sommesso. Qui erano presenti i veri player del mercato italiano: EDISON, ENI, BONATTI…e tante altre aziende, come PROGER, RINA, TENARIS, ecc. L’affollamento era cospicuo e a molti stand ho fatto fatica anche solo ad avvicinarmi. Lo stand che più mi ha affascinato è stato quello della Bonatti: proiettavano video a rotazione dei principali progetti in attivo e portati a compimento, relativi e non al settore Oil&Gas.
Qui parlerei più di “installazioni” che di “stand”. Cosa che mi ha parecchio reso felice è stato vedere ragazzi e ragazze tentare di lasciare curriculum : a parte il lodevole tentativo (purtroppo, essendo queste al Pala de Andrè grosse aziende, assumono tramite HR e candidature online), mi ha positivamente impressionato la partecipazione di studenti/laureati alla fiera, e non erano pochi. Infatti, vi ricordo, per gli studenti era possibile anche partecipare alle conferenze gratuitamente, mentre una poveraccia come me era costretta a pagare quasi mille euro per tre giornate di conferenze. Dunque, ottimo. E poi, ogni volta che mi fermavo ad uno stand, in automatico ricevevo la domanda “Sei una studentessa?” (secondo me era colpa della giacca color petrolio! ). I rappresentanti negli stand erano molto propensi a raccontare un po’ di più della propria azienda agli studenti. Quindi, PARTECIPATE!
Tornando al nostro tour, eccoci alla cosa più divertente che si potesse fare alla fiera: la Virtual Reality Experience di ENI. Semplicemente una figata. Ok, non avevo mai provato un VR, dunque è stato tutto nuovo ed esaltante per me, ma è stato davvero interessante, e soprattutto immersivo. Si poteva scegliere se fare una visita alla piattaforma di Garibaldi C o una visita all’Oil Center in Val d’Agri, con tanto di parte pratica in cui toccare pulsanti, controllare pressioni e girare manopole. Io ho scelto la seconda destinazione, in quando avevo già visto, con la persona del turno precedente al mio, l’altra visita. Ho scritto “visto” in quanto si poteva osservare da schermo cosa la persona con visore stava vedendo e facendo. Vi dico solo che l’addetto mi ha chiesto se soffrivo di vertigini, in quanto era previsto nell’Experience un volo in elicottero e potevo avere strane reazioni
Ed ora vi chiederete, perchè l’ENI ha realizzato queste due Experience? Ebbene, il tutto era per pubblicizzare delle vere visite in piattaforma! Esatto, tra aprile e luglio 2019, su prenotazione, ENI apre gratuitamente le porte della piattaforma Garibaldi C! Ho tentato di prenotare, maaaaaaa….i posti sono già esauriti! Confidando in nuove date, vi lascio comunque il link!
Vi ho descritto un pò i lati positivi della visita, cercando di riassumere qualche esperienza e citare aziende che potranno ritornarvi utili (per la lista completa, cliccate qui).
Ma ora veniamo a ciò che non mi ha convinto della fiera.
Per un ingegnere interessato al settore, la fiera è il top. Ma un geologo potrebbe trovarsi spaesato fra tubazioni e impianti, in quanto non sua materia. E questo è un pò quello che mi è successo: la mia visita si è rivelata più breve del previsto in quanto su 634 aziende, solo il meno del 10% risultava essere per me interessante, poichè, di tutto il resto, non conoscevo nulla. C’erano tante aziende di componenti industriali, di pistoni, di molle, di ogni singola parte di un impianto offshore e non solo. Dunque, potrete capirmi, non era il mio.
Secondo aspetto che mi ha lasciato perplessa (ma che mi spettavo): la maggior parte degli astanti erano rappresentanti in giacca e cravatta provenienti non dal mondo tecnico, ma da quello commerciale. D’altronde la fiera è organizzata per trovare contatti e fare affari, quindi non posso lamentarmi più di tanto. Diciamo che apprezzo maggiormente un approccio più da tecnico che da commerciale, e questo aspetto si percepisce subito quando ci si trova a far domande ai diversi stand. Ovviamente, ciò accadeva soprattutto negli stand delle medio-grandi aziende, ma non nei piccoli stand.
Fatto sta, che, nonostante le perplessità, la fiera merita di essere visitata se vi interessa il settore Oil&Gas, in quando potrete osservare le dinamiche del settore e capirne di più. Sono del parere che si tratti di un’occasione formativa, in quanto vi fa scontrare con la realtà del settore, che non è quella scritta sui libri. E ciò potrebbe darvi una marcia in più rispetto ad altri. Ah, tenete conto che potrete, oltre a fare domande e incuriosirvi, trovare contatti PRESENTANDOVI DI PERSONA, contatti che potranno servirvi.
Ma la mia giornata immersa nel settore Oil&Gas, non si è limitata alla fiera: infatti, nel pomeriggio, una volta tornata in città, ho deciso di andare al mare, a Marina di Ravenna. Perchè ve ne parlo? perchè dal luongomare di Marina e Punta Marina potrete vedere all’orizzonte tante diverse piattaforme. E’ stato strano, non credevo fossero così vicine alla costa, tanto da essere distinte alla vista. E, cercando online, ho trovato una mappa da caricare su Google Earth con tutte le piattaforme in Adriatico: vi localizzate e poi usando la mappa (qui il link!) potrete riconoscere le piattaforme. Spero, con gli eventi organizzati da ENI, di andare un giorno a visitare quella di Garibaldi C !
Per concludere, una sorpresa.
Alla fiera mi sono caricata di un pò di materiale: il più pesante fra tutti è un tomo di 198 pagine, l’Exhibition Guide, dove sono riportate, con tanto di dettagli e contatti diretti, tutte le 634 aziende presenti alla fiera. Dato che ne ho ben due, prima di buttare la copia in più, ho pensato potesse ritornare utile a qualcuno che non ha potuto visitare la fiera, fosse solo per curiosità, fosse per avere contatti a cui inviare CV. Fatto sta che ho deciso di fare un regalo: alle prime due persone che condivideranno l’articolo su Facebook e/o LinkedIn che mi scriveranno per email, invierò i due tomi, uno ciascuno, e quanche depliant in più.
Dunque, per partecipare:
- Condividete su Facebook oppure su LinkedIn il link di questo articolo;
- Fate uno screenshot della condivisione e allegate l’immagine al messaggio che invierete a giovanigeologiallosbaraglio@gmail.com ;
- Nel messaggio scrivetemi qualcosa di voi e perchè vorreste l’Exhibition Guide.
Le prime due persone che mi scriveranno e che avranno condiviso l’articolo, riceveranno una copia ciascuno (le spese di spedizione saranno a carico mio ovviamente!). Ho deciso infatti di regalare anche la mia copia. Il contest terminerà mercoledì 17 aprile 2019, e il giovedì seguente annuncerò i vincitori (troverete info su Facebook, LinkedIn e Instagram, mentre ai vincitori risponderò per email).
Quindi, bando alle ciance, condividete e scrivetemi!
Per ora vi saluto Giovani Geologi, in attesa di nuove avventure!