Vademecum del neogeologo allo sbaraglio: consigli per lo smarrimento Post-Laurea – 1a Puntata
Ebbene, eccomi per la bucket list del geologo neolaureato 😉 Perchè un articolo così? Perchè ce n’è bisogno. Troppe ansie e incertezze seguono l’agognata laurea, quindi perchè non addolcire il post-laurea con qualche consiglio utile? Ecco cosa ho raccolto in questi mesi di vagabondaggio alla ricerca di una strada da seguire dopo aver afferrato quel pezzo di carta!Questi consigli vogliono essere di incoraggiamento, non vorrei aggiungervi ansie che non avete ;P
Importante: i suggerimenti si rifanno ad un percorso non accademico, quindi per chi non opta, subito dopo la laurea, per un dottorato.
Allora, veniamo al sodo, in ordine…Parlerò dell’argomento in tre puntate, data la vastità dell’argomento, procedendo per punti, indicando link e info utili.
PRIMA PARTE (questo articolo)
1- RIPOSO
2- CURRICULUM VITAE
3- LINKEDIN
SECONDA PARTE (prossima puntata)
4- E’ ORA DI CERCARE LAVORO: COME E DOVE
4.1- SITI Più CONOSCIUTI PER RICERCA LAVORO
4.2- SITI MENO CONOSCIUTI
4.3- L’APPROCCIO ALLA RICERCA: CONSIGLI
4.4- BANANATAG E L’INVIO DI MAIL
TERZA PARTE (prossima puntata)
5- CORSI GEOLOGICI E SOFTWARE: LE TIPOLOGIE
6- CORSI ED ESAMI DI LINGUA: COME SCEGLIERE?
7- CASPITERINA MI HANNO CHIAMATO: IL COLLOQUIO
7.1- L’APPROCCIO POST-COLLOQUIO: CONSIGLI
8…. – CONSIGLI RANDOM E NUOVI SPUNTI (argomentazioni under construction)
Bene, ora apriamo le danze!
PRIMA PARTE
1- RIPOSO
Sì, dopo gli esami, la tesi scritta all’ultimo, e la tensione del giorno della laurea, fatevi una bella dormita, e cercate di non fare niente per almeno una settimana (un viaggetto sarebbe il top). I tempi che arriveranno saranno duri e con tante cose a cui pensare, quindi preparatevi psicologicamente 😉
P.S.: io non ci sono riuscita, ero iperattiva.
2- CURRICULUM VITAE
Se non l’avete mai scritto, è venuto il momento. E non prendete la cosa sotto gamba, il CV non si fa in poco tempo e ne farete mille mila prima che vi convinca. Su internet ci sono tanti consigli al riguardo, e anche agli incontri con le aziende offerti delle Università spesso vi fanno il controllo del CV, il cosiddetto ” CV Check” –> sfruttatele, sono occasioni gratuite.
La grande domanda è: CV formato Europeo (Europass è il più aggiornato) o formato personalizzato? Ebbene, io li ho fatti entrambi. Potrete leggere tantissime guide, ascoltare tanti esperti di risorse umane, ma nessuno di questi potrà consigliarvi per l’ambiente geologico. In sunto, la situazione è questa:
– mirate ad un’azienda estera, di grandi dimensioni? All’estero va molto più di moda il formato personalizzato rispetto all’Italia (anche se in ambito economico-manageriale e grafico-pubblicitario le cose stanno cambiando, ma non è il nostro caso)
– mirate all’Italia, a grandi aziende? Vi consiglio comunque l’Europass: qui in Italia siamo ancora troppo indietro;
– mirate a studi di medie-piccole dimensioni? Assolutamente Europass.
Attenzione però: non credete che il formato personalizzato sia molto più semplice e smart. Non è così, dipende da come lo create, da come lo organizzi, perchè il CV è di fatto un’immagine di voi davanti ai recruiters: se sarà disorganizzato o con troppe informazioni, senza evidenziato il nocciolo del CV, allora è una battaglia persa, e scarteranno subito il CV senza nemmeno leggerlo. Dev’essere leggero, organizzato e logico, con indicate le info più importanti, scritte in modo chiaro e semplice. Con una grafica accattivante, che attiri l’occhio ma non sia eccessiva. Ci sono persone che di lavoro creano modelli per CV personalizzati, appunto per questo motivo. Quindi state all’erta. Eccovi alcuni link dove prendere ispirazione:
– https://www.templatemonster.com/blog/30-creative-free-printable-resume-templates/
– http://xdesigns.net/2013/07/free-creative-resume-cv-templates/
– http://www.hloom.com/download-professional-resume-templates/
– http://examples-of-resumes.net/all.html
La creatività non ha limiti, ma attenti a non esagerare 😉
Importantissimo: il CV dev’essere massimo DUE pagine, non dilungatevi. La dirigente di Yahoo ha un Curriculum di una pagina, UNA. Ce la potete fare anche voi. Scegliete solo le info necessarie, anche l’Europass è leggermente modificabile (per esempio, dato che non avevo esperienze professionali pregresse, ho posto prima il paragrafo sulla formazione solo successivamente quello delle esperienze professionali).
– Le esperienze professionali: cosa rientra e cosa no? Ecco un consiglio di un HR (uno delle risorse umane): se avete fatto un lavoro, ma non è inerente al campo per cui volete candidarvi, non è esperienza professionale, ma dev’essere inserita più in giù nel CV in un paragrafo ad hoc “Altre Esperienze lavorative”. Quindi se vi candidate in uno studio geologico, l’estate da cameriere o da gelataia in riviera romagnola rientrerà nelle altre esperienze lavorative. E quindi? Cosa mettere nelle Esperienze Professionali, geologiche, se esperienze non ne abbiamo? Si possono indicare i tirocini fatti o i tutorati (ovviamente da tutore, non da studente), o le ripetizioni in materie scientifiche, l’importante è che siano attinenti al settore per cui vi candidate. Ovviamente se volete quel posto da gelataio, l’estate in riviera sarà da indicare tra le prime cose 😉
– Non confondete il Curriculum Vitae con il Curriculum Accademico: sono concettualmente e praticamente diversi. Nel primo le esperienze formative hanno importanza relativa, nel secondo sono il cuore e il corpo del CV. Dunque nel CV non accademico non dilungatevi troppo nella descrizione di ciò che avete studiato. Ecco un semplice schema:
Ovviamente, ho scherzato un pò. Ma da qui posso trarre altri spunti. Che grandezza dare al testo? Ebbene ragazzi, è ammesso fino alla dimensione 10, non di meno. Ma vi prego, neanche più grande del 12. Misure accettate 10-11-12. Usate il 10 se avete tante cose da dire, il 12 se faticate a riempire una pagina.
Altra questione: mettere la scuola superiore? Io l’ho messa, ed è stato di mio vantaggio, ma molti potranno dirvi che non è necessario specificare. Ho scritto anche la votazione finale del liceo, solo perchè non è un voto bruttissimo, se no avrei evitato. Dovete far vedere le cose più belle di voi, non le bruttine. 😉
– Le votazioni di laurea: metterle, non metterle, quali mettere? Allora, discorso spinoso. Voglio fare un distinguo tra Italia ed estero. Parlo prima dell’Italia: in Italia guardano maggiormente al voto della magistrale, ma, se il voto della triennale non è male, inserite anche quello. All’estero guardano SOLO il voto di magistrale, quindi nel CV per l’estero, se vi interessa, non specificate il voto triennale, tanto non lo guardano, al massimo vi chiedono specifiche in seguito. Dunque, per l’Italia scegliete, per l’estero inserite solo il voto magistrale.
– CV per l’estero: come comportarsi? Come vi comportereste per l’Italia, con qualcosina in più. Per esempio, ricordate di convertire i voti di laurea nel sistema del paese a cui inviate il CV (per conversioni con il sistema UK andate a questo link).
- First class honours (1st) – da 108 a 110 e Lode.
- Second class honours, upper division (2:1) – da 100 a 107
- Second class honours, lower division (2:2) – tra 90 e 99
- Third class honours (3rd) – minore di 90
- Ordinary degree (Pass) – minore di 80
Ricordatevelo, è importantissimo. Se presentate il Cv personalizzato, ricordate che all’estero amano una breve, brevissima descrizione di sè stessi, a fianco, di lato, o come primo paragrafo del CV, ma siate concisi, e non ripetete ciò che già dite nel CV, esprimete le vostre aspirazioni.
– Contatti e indirizzi: mettete tutti i contatti che avete –> telefono (privato e cellulare o solo cellulare), Indirizzo, mail, e contatto Linkedin. Si, avete capito bene, Linkedin.
Fatevi una casella Gmail: è meglio vista e vi darà maggiori possibilità di condivisione di lavori/progetti/dati quando lavorerete (giuro, l’ho provato sulla mia pelle).
L’indirizzo: state attenti a cosa scrivete, spesso per un posto chessò, a Mantova, scartano chi non abita nelle vicinanze o entro i 50Km. Dunque, preferibilmente, se potete, mettete il vostro indirizzo di residenza e un domicilio in più, sia esso casa della zia, dell’amico delle elementari o della ex. Comunque un indirizzo in cui potreste essere ospitati, nelle vicinanze del luogo per cui vi candidate. Molti (non sto scherzando, davvero) scrivono nel domicilio indirizzi fake, veri ma dove non abitano e non possono soggiornare, solo per mostrare che si è nelle vicinanze del luogo di lavoro. So che è una cosa stupida, io per prima preciso sempre che sono disponibile a trasferimenti, ma la realtà è diversa, funziona così. Precisate, solo se lo siete ovviamente, che siete disponibili a trasferimenti e trasferte (in Italia e/o all’estero): è importantissimo, e se lo scrivete nel CV (alla fine, o di lato) mostrate una vostra disponibilità. Inoltre avere due indirizzi può indicare (all’occhio del recruiter) che non abitate più a casa con mamma e papà e che siete indipendenti. Poi che sia vero o no è un’altra storia.
– Terminate sempre il CV con l’autorizzazione al trattamento dei dati:
– in Italia “Autorizzo il trattamento dei dati personali contenuti nel presente curriculum vitae ai sensi del D.L. 196/2003″
– all’estero, generalizzato, “I hereby authorize the processing of the personal data contained in this CV in compliance with the Italian Personal Data Protection Code (Legislative Decree no. 196 of 30 June 2003)”.
– Firmate il CV: se non a mano, fate una foto o una scansione di una bella firma e poi inseritela come immagine (che sia graficamente discreta) oppure utilizzate applicazioni per la firma di Adobe Acrobat o altri programmi.
– Questione foto: che sia una foto professional, ma non troppo. Il sorriso è ben accetto, ma non la risata di gusto a bocca aperta. Niente scollature e trucco oneroso. Un’immagine in escursione potrebbe essere ben vista per alcune posizioni lavorative geologiche. Ricordate che siamo geologi, non avvocati! P.S.: all’estero piace molto di più il sorriso, è quasi un must.
– Siate preparati a tutto ciò che scrivete nel CV. Se scrivete che avete fatto un corso di 3D Structural Modeling e non l’avete fatto, oppure vi ricordate poco, oppure avete pompato il minicorso di un’ora, state attenti che in un eventuale incontro conoscitivo vi potrebbero chiedere di più: abbiate la risposta pronta su ogni voce del CV.
– Attenti agli anni buchi: chi legge il CV guarda tantissimo questo aspetto. Se per un anno avete cazzeggiato, e si vede un anno buco nel CV, allora potrebbero chiedere info anche su questi anni apparentemente “vuoti”. Non giustificatevi troppo, non fareste una buona figura. Al contrario, più attività durante gli stessi periodi, come università-lavoro, lavoro nelle pause estive, corsi nelle pause estive e simili sono ben visti, perchè mostrano che siete in gamba e sempre attivi.
– Hobbies e interessi: qui siete liberi di scegliere, nel senso che siete liberi di mettere o non mettere questa sezione, in base a cosa volete mettere in luce nel cv. Se fate volontariato, qualche sport (in geologia lo sport è sempre ben visto) o siete iscritti a qualche associazione, inseritele come informazioni. Se invece fate cupcake nel weekend, pensateci bene. Per carità, il vostro prossimo datore di lavoro potrebbe essere un appassionato di cupcake, quindi potrebbe essere un vantaggio inserire quest’informazione su di voi……quindi soppesate e decidete. Inoltre, altro aspetto raccontatomi da una professionista HR, nelle grandi aziende è super ben vista la partecipazione a gruppi boyscout, sia in tenera età sia da ragazzi: anche qui, valutate voi.
Ora, per chiudere la pappardella legata al curriculum, ultimo suggerimento: ponete sempre attenzione a chi inviate/consegnate il curriculum. Se mirate ad un’azienda, costoro avranno tizi delle risorse umane a controllare i cv, tizi che vorranno principalmente capire, da un foglio di carta, se siete validi o meno, se siete costanti, indipendenti…in sostanza vi ricostruiscono dal punto di vista psicologico. Invece, negli studi professionali o nelle piccole società, che non si avvalgono di professionisti HR, sono proprio i vostri datori di lavoro, o soci, a controllarvi il cv: a loro non interesserà ricostruire il vostro carattere, ma soprattutto vedere COSA SAPETE FARE DAVVERO. Quindi, se alla grossa azienda importa di primo impatto l’impressione che date della vostra persona, lo studio geologico vorrà subito vedere la sostanza. Non inviate a tutti lo stesso cv, pensateci. E in più, se ci riuscite, informatevi se l’azienda a cui inviate si avvale di esperti HR, spesso dal loro sito lo si riesce a capire.
3- LINKEDIN
Nel 2017, gli strumenti per informarsi e trovare opportunità viaggiano anche attraverso l’ADSL: non limitatevi, fatevi sto profilo LinkedIn.
Non starò, come prima per il Cv, a elencarvi cosa non fare o fare. Vi voglio “soltanto” illustrare le potenzialità di questa piattaforma social. Non è solo un profilo, tipo Cv pubblicato online, è molto molto di più.
Il vostro profilo, come CV libero. Il curriculum, diciamocelo, è molto limitante quando si vorrebbero dire o inserire molte cose fatte, informazioni su di voi, e queste informazioni sono classificate, incasellate sotto una precisa dicitura. Ebbene, Linkedin vi toglie tutto questo, vi libera. Certo, nella compilazione vedrete che il profilo è diviso in sezioni, ma fondamentalmente le potrete usare come volete. E non avete limiti di spazio. Potete inserire tutti i vostri lavori fatti, e inserire allegati e anche presentazioni (Linkedin ha un’apposita piattaforma per la condivisione di queste ultime). Volete pubblicare l’abstract della vostra tesi? Lo potete allegare. Volete pubblicare un certificato di partecipazione? Detto fatto. Volete focalizzare l’attenzione su un vostro progetto? Presentazione caricata et voilà. Questo, rispetto al CV, vi dà molte più possibilità, e rende il vostro mondo professionale accessibile a tutti, anche da chi sta cercando qualcuno come voi.
Ah, potete ovviamente caricare anche il vostro CV!
Trovare le aziende e studiarsele. Esatto: le aziende, e spesso alcuni studi, hanno apposite pagine o profili da dove potrete tirar fuori tutte le info che vi servono, capire dove hanno sede, capire a chi inviare il cv, capire se si tratta di una grande azienda o piccola, capire cosa stanno facendo e cosa stanno cercando, e, iscrivendovi, rimanere aggiornati sulle loro eventuali posizioni aperte. Ecco due esempi, prima una grossa azienda, poi un piccolo studio:
Ma c’è molto di più: infatti se osservate, a destra potete vedere i loghi di aziende simili, dello stesso campo: ecco trovate, forse, altre aziende a cui inviare il vostro curriculum. E’ un gioco infinito.
LinkedIn Job Search. Linkedin ha una sezione dedicata alla ricerca di lavoro. Molto funzionale. In alcuni casi vi darà la possibilità di applicare direttamente da LinkedIn, attraverso il vostro profilo o il allegando il curriculum; in altri casi vi rimanderà al sito ufficiale o vi indicherà un indirizzo email a cui inviare. Unica pecca: se state cercando all’estero, la piattaforma fa proprio per voi, ma se state cercando in Italia, solo le grandi aziende pubblicano sul sito, non piccoli studi. Ma è sempre uno strumento in più, anche perchè ho notato che molte delle offerte presenti non vengono mostrate nei più classici siti di ricerca di lavoro.
Conosci nuove persone e trova i tuoi futuri capi. E’ un social, e come tale implica il condividere qualcosa tra persone, riguardo al mondo del Lavoro in questo caso. Dunque si può sfruttare per trovare nuove conoscenze professionalmente utili, nuovi contatti da sfruttare: per “chiedere l’amicizia” su Linkedin non serve necessariamente conoscersi ( LinkedIn pone un limite alle richieste di chi non si conosce, ma è aggirabile). Potrete così, chessò, incontrare qui il vostro futuro capo. In più potrete sfruttare la messaggistica, e chiedere info o suggerimenti. Attenti però : LINKEDIN REGISTRA GLI ACCESSI A PAGINE ALTRUI: dunque se andate a vedere il profilo di Sempronio, Sempronio lo verrà a sapere, come verrete a sapere voi se qualcuno ha visitato il vostro profilo. Vi ho avvertito.
Learning. Ecco una chicca di Linkedin: si tratta di un piattaforma di corsi online, in forma di videolezioni pratiche, ben organizzate, focalizzate su argomenti o programmi in particolare. Per geologi, sono presenti corsi di Autocad (io ho imparato così ad utilizzarlo!), GIS e linguistici. Ma c’è molto di più, forse non proprio adatto ad una formazione geologica. Sono corsi in inglese ovviamente, ma sono presenti sottotitoli in inglese e il testo integrale della spiegazione. Senza dimenticare gli allegati: infatti c’è la possibilità di scaricare dal sito gli “esercizi” da seguire nelle video lezioni, con esempi e file già pronti all’uso. E se concludete il corso, vi aggiungono automaticamente un riconoscimento sul profilo Linkedin che attesti la vostra partecipazione. Costo? Costa 19 euro al mese circa. Tuttavia, per chi vi accede la prima volta, c’è la possibilità di iscriversi gratuitamente per un mese (cosa che anche io ho sfruttato): un mese basta e avanza per completare il corso, che non è impostato come un MOOC (se non sapete cosa è un MOOC andate a questo link!) con date fisse, ma è libero e vi si può accedere quando si vuole, anche da cellulare (c’è un’applicazione apposta). Molti corsi durano 2 ore, altri 18, altri 36…variano insomma. Se volete saperne di più su Learning ecco qui l’articolo dedicato!
I gruppi. Iscrivetevi ai gruppi, partecipate alle discussioni. Sono utili, spesso informano su posizioni aperte non diffuse da altri canali e vi danno la possibilità di farvi conoscere.
Pubblicate aggiornamenti su quel che fate. Così potrete attirare l’attenzione e mostrare le vostre attività (non i cupcake però!).
Aggiornate spesso la pagina e il vostro profilo. Essendo un social, se non si utilizza è inutile. Ovvio, non serve collegarsi 10 volte al giorno, ma aggiornare con qualcosa ogni settimana vi aiuterà a mantenere viva l’attenzione su di voi e incuriosire potenziali datori di lavoro o contatti importanti.
Linkedin è un must all’estero, se siete interessati a quel mondo professionale, sfruttate anche questa opportunità.
Dopo questa panciata di info, vi saluto neogeologi, nell’attesa di pubblicare la seconda e la terza puntata nei prossimi giorni!
Sempre all’erta neogeologi, e in bocca al lupo!
Una risposta
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